domenica 15 novembre 2015

INTERVISTA A JIM RENNERT - #DOYOUTHINKBIG

...Finalmente un post di cui vado orgogliosissima!!! Ho avuto l'onore di poter intervistare l'immenso Jim Rennert, scultore di successo e persona davvero straordinaria. Ho avuto modo di scoprire la sua arte perche' 2 anni fa, al centro di Union Square, spiccava in mezzo alla piazza la sua statua in bronzo "Think Big"... una meraviglia che non poteva che lasciare a bocca aperta...


Da li' e' nato il mio interesse verso quest'uomo, che vive a Salt Lake City, e che si e' mostrato subito molto disponibile a rispondere ad ogni mia domanda... Lui e' la dimostrazione vivente che non e' mai troppo tardi per trovare la propria strada, e la sua determinazione ed il suo ottimismo possono solo che essere un grande insegnamento per tutti...
Sul suo sito http://www.jimrennert.com potete trovare maggiori informazioni sulla sua vita e sulle sue fantastiche sculture...
Per chi si trovasse a passeggiare per le strade di New York City, la statua Think Big ora e' stata spostata sulla East 34th Street, al civico 222 davanti al palazzo "The Anthem".
E ora... via con l'intervista (in fondo riportata anche in lingua originale, per chi vuole leggere direttamente le parole dell'artista):


1. Quando e come hai capito che saresti diventato un artista?

Sono sempre stato interessato all'arte. Da bambino amavo disegnare e ciò è rimasto in me anche quando sono diventato adulto. Anche se mi piaceva disegnare, non ero molto bravo a farlo. Avevo 15 anni quando ho frequentato l'unica classe di arte che c'era nella scuola ma ricevetti un giudizio molto mediocre. Non mi sentivo abbastanza bravo da poter diventare un artista.
Quando avevo 34 anni sono andato al negozio d'arte per comprare un po' di carta. Accanto alla carta c'era dell' argilla e ho pensato che forse avrei potuto cercare di scolpire un busto di mio figlio maggiore. Tornai a casa e rimasi sorpreso di riuscire a fare con l'argilla quello che non riuscivo a fare con la matita. Tornai al negozio il giorno dopo,comprai dell'altra argilla e feci un busto del mio secondo figlio piu' grande. Ero davvero sorpreso di essere in grado di manipolare l'argilla e farne cio' che volevo.
Ma, finche' non ho iniziato i miei lavori in bronzo e non ho avuto una mia galleria non mi sentivo di potermi definire un artista. Anche allora, ci sono voluti probabilmente 4 o 5 anni prima che io mi sentissi a mio agio dicendo che ero un artista.


2. Quali sono le tue principali fonti di ispirazione?

Inizialmente, sono stati i miei figli e la famiglia. Volevo creare delle opere e immortalarli nelle loro varie attività. Ma dopo circa 10 - 12 anni di lavoro, ho iniziato a riflettere sulla mia carriera come uomo d'affari. Ho iniziato a creare opere che catturassero concetti legati a questa esperienza. Piu' continuavo a crescere come artista, piu' i concetti si riferivano alle nostre esperienze di vita.

3. Come è nata l'idea di Think Big?

Ho creato “Think Big” dopo il mio primo viaggio a New York. Ero così ispirato dalla City che ho voluto creare un lavoro che riflettesse le sue enormi dimensioni. Per farlo prima ho scolpito delle figure molto piccole con grosse lastre di acciaio dietro che rappresentatavano di edifici. Per Think Big poi, ho messo una piccola statuetta su un grande piatto in acciaio. Da li' alla fine e' nata l'idea che mi sarebbe piaciuto avere una grande statua di Think Big proprio a New York. Con l'aiuto del mio gallerista ed il suo staff, siamo stati in grado di realizzare questo progetto.

4. Qual è stato il momento più difficile della tua carriera?

Dal momento che il bronzo e' molto costoso, decisi di impararne il processo, acquistare le attrezzature e fare la fusione direttamente a casa mia. E 'stato molto rischioso perche' io vivevo in un quartiere e questa lavorazione è molto rumorosa e pericolosa. Se uno dei miei vicini si fosse lamentato, non avrei piu' potuto lavorare.


5. La soddisfazione più grande?

Nella vita sono mia moglie ed i miei figli. Nel lavoro, è avere la fortuna di poter creare e fare arte tutti i giorni.

6. Quali sono i posti preferiti per trovare pace e serenità?

Il mio studio, i viaggi lunghi, la spiaggia e il lago Powell.

7. I tuoi studi?

Ho frequentato il college e preso lezioni di economia. Sono sempre stato scoraggiato dal diventare un artista. Penso che questo sia stato un errore. Non ero un bravo studente e credo che fosse perché ero nel ramo sbagliato. Avrei dovuto essere maggiormente incoraggiato ad esprimere le mie idee attraverso l'arte. Anche se non ho frequentato una scuola d'arte, ho studiato arte. Mi sono sempre interessato all'arte con svariati mezzi ed idee, proprio come gli altri che hanno frequentato le scuole d'arte.


8. Cosa pensi di New York?


E' la più grande città del mondo. Mi piace visitarla e sono sempre ispirato dalle sue dimensioni, dalla popolazione e dalla sua energia.

9. Qual è il tuo posto preferito nella Big Apple?

Ce ne sono così tanti... io comunque amo visitare i musei; il Met e la Frick mi piacciono molto.

10. Quando sei triste, dove vai per trovare sostegno e tirarti su il morale?

Non sono triste molto spesso perche' io sono una persona molto ottimista. Quando pero' mi capita, penso a mia moglie, ai miei figli e nipoti che realmente mi danno un grande aiuto a superare qualsiasi cosa io voglia.

11. Quali sono le tue 3 canzoni preferite?

Pachel Bel Canon in D
Israel Kamakawiwo'ole "It's a wonderful World"
"A Poor Wayfarying Man of Grief" a chuch hymn about serving others

12. Cosa mi dici sui tuoi amici e la tua famiglia?

Mia moglie ed io abbiamo 6 bambini e 5 nipoti. Li amo tutti e sono molto grato che facciano parte della mia vita. Sono sorpreso che la mia capacità di amare cresca man mano che io invecchio. Ho alcuni grandi amici e sono grato siano parte della mia vita. Alcuni mi hanno aiutato a creare arte, alcuni mi tengono in forma ... e altri sono meravigliosi anche solo per parlare. Trovo che l'opportunità di vivere questa vita insieme ad altri sia una grande avventura. Riesco a trovare il buono in quasi tutti quelli che incontro e queste relazioni mi fanno umanamente crescere.

13. Come è il tuo rapporto con la tecnologia?

Amo la tecnologia. Penso che il mondo sia diventato più piccolo con ogni progresso; possiamo accedere alle informazioni e comprenderle con piu' facilita' e chiunque ha maggiori opportunità di diventare e fare quello che vuole, di realizzare e vivere i propri sogni.

14. E cosa ne pensi dei social network?

Mi piacciono Facebook e Instagram. Mi piace la fotografia e la possibilità di condividere e vedere il mondo attraverso gli occhi degli è divertente. E 'un modo per tenersi in contatto con amici e familiari.

15. Sei ottimista o pessimista?

Sono decisamente ottimista. Credo che la maggior parte dei problemi possano essere risolti. Mi sento di essere stato fortunato in tutta la mia vita e, nonostante le sfide e problemi che dobbiamo affrontare e combattere, penso che da ogni evento possa nascere qualcosa di buono e sono sempre curioso di sapere cosa accadra' dopo.

16. Che tipo di padre sei?

Bisognerebbe chiederlo ai miei figli, in ogni modo, a me piace essere padre. Mi piace avere un rapporto con ciascuno di loro. Anche se le loro scelte possono essere differenti dalle mie, credo che il mio compito di padre sia quello di aiutare ciascuno di loro a essere la persona migliore possibile.
Ho imparato molto da ciascuno dei miei figli e loro rendono la mia vita piena.

17. Come eri da bambino?

Sono sempre stato felice. Mi è sempre piaciuto molto mangiare, giocare e dormire. Consumavo gli tutti gli abiti molto rapidamente. Un paio di scarpe nuove mi duravano solo circa un mese dopodiche' ne avevo bisogno di un paio nuovo, perché avevano gia' dei buchi. Non mi piacevano i bulli e, se avessi potuto, avrei dovuto alzarmi e combatterli.

18. Hai animali?

Ho due cani di grossa taglia, 2 Labrador, uno chiaro e uno marrone. I loro nomi sono Sunny e Hershey. Ho anche due gatti, Bell e Zander.

19. Pensi che gli esseri umani siano liberi o prigionieri? (Rat Race e altre tue opere hanno fatto scaturire questa domanda)

Credo che gli esseri umani siano liberi, ma, a volte, lasciamo che cose poco importanti ci intrappolino.

20. Credi in Dio?

Assolutamente. Ho sentito il suo amore e la sua guida nella mia vita, anche se sta diventando sempre meno popolare... non posso negarlo.

21. Ci sono artisti che hanno ispirato la tua arte?

Ce ne sono molti; alcuni sono amici e altri sono molto conosciuti nella storia:

https://en.wikipedia.org/wiki/Gustav_Vigeland
http://www.gilespenny.co.uk/
http://moseholm.dk/en/vaerker/

22. Qual è la tua più grande particolarità?


Trovo qualcosa di umoristico anche in situazioni difficili.

23.Ti interessi di politica?

Sì e No. Penso che la politica sia ormai uno spettacolo che serve solo a chi che ne e' direttamente coinvolto, e conta sempre meno per le persone. Penso che tutti dovrebbero godere della libertà.

24. Che cosa pensi dell'Italia?

Non ho mai visitato l'Italia, ma mi piace il suo cibo; mi piace la sua passione e mi piacciono anche le persone italiane che ho incontrato. Si tratta di un luogo che un giorno visitero' sicuramente.

25. Quando ti guardi allo specchio, cosa vedi?

Vedo un ragazzo che è più vecchio di quanto la sua mente pensi.

Jim Rennert

Ringrazio infinitamente Jim per la Sua immensa gentilezza e disponibilita'... e' una persona meravigliosa e non e' certo un caso che abbia avuto cosi' tanto successo. Ha un talento sconfinato e un cuore enorme.
Di seguito riporto le foto della sua scultura newyorkese "Think Big" e di alcune sue nuove opere (altrettanto d'impatto).
Questo e' quello che si ottiene a "pensare in grande"...


Think Big in fase di lavorazione



Think Big

WTF




Motherlode

Point of view

Opportunity


Ed di seguito ecco l'intervista in lingua originale:

1. When and how did you realized that you became an artist?
I was always interested in art. As a child I loved to draw and that stayed with me as I became an adult. While I loved to draw, I was not very good. I was 15 years old when I took the only Art class I ever had in school and received a very average grade. I didn't feel I was good enough to ever be an artist.
When I was 34 I went to the art store to buy some paper. Next to the paper there was some clay and I thought maybe I would try to sculpt a bust of my oldest child. I went home and was surprised I could make the clay do what I could not make the pencil do. I went back the next day and bought some more and did a bust of my second oldest. I was so surprised that I was able to move the clay around and have it be what I wanted it to be.
But, it wasn't until I started casting my work in bronze and got gallery representation until I felt like I could introduce my self as an artist. Even then, it took probably 4 to 5 years before I felt comfortable saying I am an artist.
2. What are your main sources of inspiration?
Initially, it was my children and family. I would create work that resembled them in their various activities. But about 10 - 12 years into my career, I started reflecting on my career as a businessman. I started to create work that captured concepts that related to that experience. As I have continued to grow as an artist, the concepts have become more about our experiences in life.
3. How did the idea for Think Big born?
I created Think Big after my first trip to NYC. I was so inspired by the City that I wanted to create some work that reflected its enormous size. In order to do that I sculpted very small figures which large back drops of steel plates which were representative of buildings. For Think Big, I placed a small figure on a large plate of steel. The idea was born that eventually I would like to have a large Think Big figure in NYC. With the help of my Art Dealer and his staff, we were able to make that happen.
4. What was the most difficult moment in your career?
Because it is so expensive to cast in bronze, I decided to learn the process, purchase the equipment and do the casting my self at my home. It was very risky as I lived in a neighborhood and the work is very noisy and dangerous. If one of my neighbors complained, I would not be able to work.
5. And the the greatest satisfaction?
In life is my wife and kids. In work, it is being lucky that I can create and make art everyday.
6. What is your favorite place to find peace and serenity?
In my studio, on a long road trip, the beach and Lake Powell.
7. What about your study?
I attended college and took classes in business. I was always discouraged from becoming an artist. I think this was a mistake. I was not a good student and I think it was because I was in the wrong area. I should have been encouraged to express ideas through art. While I missed out on Art School, I have studied Art. I am always interested how I respond as well as others to various mediums and ideas.
8. What do you think about New York City?
It is the greatest City in the world. I love visiting and am always inspired by the size, the people and the activity there.
9. What is your favourite place in the Big Apple?
There are so many, but I do love visiting the museums, The Met and the Frick are two I really love.
10. When you are sad, where you can find support to cheer you up?
I don't get sad very often as I am a very optimistic person. But when I do, I think my wife, my children and grand children really give me a lift and make everything worth while.
11. Which are your 3 favourite songs and why?
Pachel Bel Canon in D
https://www.youtube.com/watch?v=hOA-2hl1Vbc
Israel Kamakawiwo'ole , "Its a Wonderful World"
https://www.youtube.com/watch?v=Z26BvHOD_sg
"A Poor Wayfarying Man of Grief" a chuch hymn about serving others.
http://slcblues.blogspot.com/2008/02/poor-wayfaring-man-of-grief-david.html
12. What about your friends and your family.
My wife and I have 6 children and 5 grand children. I love them all and am so grateful they are a part of my life. I am surprised that my capacity to love only grows as I get older. I have some great friends and am grateful they are a part of my life. Some have helped me to create art, some keep me in shape...and others are wonderful to just talk with. I find the opportunity to experience this life together with others is a great adventure. I find good in most everyone I meet and grow personally from my relationships.
13. How is your relation with technologies?
I love technology. I think the world becomes smaller with every advancement, I think we have more access and understanding and the opportunities are so much more available to everyone to become and do what they want, to find and live their dreams.
14. And what do you think about social network?
I enjoy Facebook and instagram. I like photography and the opportunity to share and see the world through others eyes is fun. It is a way to keep in touch with friends and family.
15. Are you optimistic or pessimistic?
I am definitely optimistic. I believe most problems can be solved. I have felt lucky my whole life and in spite of the challenges and issues that we have to face and deal with, I seem to believe in the good that comes out of it and look forward to what is next.
16. What kind of father are you?
You would have to ask my children that, but I love being a father. I enjoy having a relationship with each of them. While they may not choose like I would, I believe my roll as a father is to help each of my children be the best them that they can be.
I learn a great deal from each of them and they make my life full.
17. How were you, when you was a child?
I was always happy. I loved to eat and play and sleep. I wore out everything out very quickly. New shoes would only last about a month before I needed a new pair because I had worn holes in them. I didn't like bullies and would stand up and fight them if I had too.
18. Do you have animals?
I do, two big dogs , a yellow and brown Labradors. Their names are Sunny and Hershey. I also have two cats, Bell and Zander.
19. Do you think that humans are free or prisoners? (Rat Race and other your works has generated this question in me)
I think humans are free, but sometimes we allow ourselves to become trapped in unimportant pursuits.
20. Do you believe in God?
I definitely do. I have felt his love and direction in my own life. While it is becoming less popular, I cannot deny this.
21. Is there an artist that inspired your art?
There are many, some are friends and others that are well know in history.
https://en.wikipedia.org/wiki/Gustav_Vigeland
http://www.gilespenny.co.uk/
http://moseholm.dk/en/vaerker/
22. What is your greatest oddity?
I find humor in difficult situations.
23. Are you interested about politics?
Yes and No. I think politics is more of a self serving show to those involved and has become less about the people. I do believe everyone should enjoy freedom.
24. What do you think about Italy?
I have never visited Italy, but I love the food, I love the passion and I love the people I have met from Italy. It is a play I should visit for sure.
25. When you look in the mirror, what do you see?
I see a boy who is now older than my mind tells me I am.

mercoledì 11 novembre 2015

BROOKLYN

L'amore non torna al mittente, rimane nell'aria, e qui devono aver amato molto.
La città di Brooklyn.
Città, si perché prima che costruissero il ponte Brooklyn e Manhattan erano due entità diverse della stessa realtà. Il ponte è stato costruito per trasferire forza lavoro.



Io sono Brooklynese, qui mi sento a casa come in pochi posti nel mondo.
Brooklyn è nera bianca gialla rossa alta bassa ricca povera, è mille cose e nessuna, è mille realtà con una stessa faccia.
Protagonista indiscussa del processo di gentrificazione che ha rivalutato e riqualificato interi quartieri in tutte le città del mondo.
Un fiammifero acceso in una stanza buia.
Questo il meraviglioso incipit de "La fortezza della solitudine" che spiega in 7 parole cosa voleva dire essere una bambina bianca a Dean St. negli anni '70.
La Brooklyn fighetta barbuta hipster pettinata artistica alla moda che conosciamo oggi è nata da quel fiammifero.
Puoi trovare perle rare.
Il Paramount Theater che negli anni giusti ha visto ammassarsi al suo esterno fan di Elvis e Frank è stato comprato da Long Island University, il Wurlitzer è rimasto ma ci hanno costruito dentro un campo da Basket, ci gioca la squadra universitaria, non un'esibizione, è il loro regolare campo di casa.



Sono Baskettaro, potevo non andare ?
La ragazza dell'Università che ci ha mostrato la struttura ci ha chiesto:
"Voi in Italia non avete queste cose?"
No, in Italia nei teatri al massimo Eataly.
Può essere un buon esempio di cosa è Brooklyn, disordine organizzato.
Brooklyn è il luogo che ci ha donato il primo afro-americano messo sotto contratto da una squadra professionistica negli Stati Uniti, 1947, Ebbets Field, esordiva con la maglia dei Brooklyn Dodgers Jackie Robinson, poteva succedere solo qui.
Jordan Magic Lebron, da questo fiammifero.
Brooklyn è odore di vernice fresca,  è una crepa, è dalle crepe che entra la luce.


To be continued.

domenica 8 novembre 2015

GENTE DI NEW YORK - parte 1

New York... mille volti... mille sguardi... mille risate... mille sorrisi... mille insulti...  mille gesti... mille storie...
Cammini per le sue strade ed incontri persone... persone intense... If I can make it there, I’d make it anywhere... "Se ce la fai qui, ce la puoi fare ovunque" recita una nota canzone... e questo slancio si avverte... qui le persone vivono... per davvero...  ed in ogni gesto si respira questa forza vitale... 
Il ragazzo con capelli e barba lunghi che balla, salta e urla in mutande a Union Square... Si chiama Matthew Silver ed e' un attore... quando lo vediamo noi, sta percuotendo una tastiera di un computer urlando frasi apparentemente senza senso... Il suo motto e' "I perform to promote love" e lo fa fingendosi pazzo, usando giochi per bambini in modo del tutto "inusuale"... per esempio usa una gallina di gomma come fosse una spada, poi le fa mangiare un peluche a forma di topo e si mette il tutto in bocca starnazzando per la piazza... ed il perché lo faccia non e' ben chiaro a nessuno... per la fama? per tirar su due soldi per vivere? Per esprimere quello che prova a suo modo?  In cambio chiede sorrisi e amore (e donazioni per chi vuole) e il suo messaggio e' essere se' stessi e dare amore senza chiedere nulla in cambio... Una ragazza lo guarda sconcertata... e' una ragazza di colore e ha i capelli viola in tinta con la sua casacca... ne viene forse da un giro per negozi... Ha fatto shopping da Zara e sta ascoltando la sua musica preferita domandandosi cosa frulli nella testa di quello svitato in slip verdini.


Un ragazzo nero sulla trentina a Columbus Circle si gode le prime ore del mattino rilassandosi con in sottofondo il rumore dello scrociare della fontana, mentre la citta' si sta svegliando tutta intorno a lui... Forse e' un avventuriero, un viaggiatore... o forse solo un homeless... ma e' ben vestito ed è sereno... magari sta solo riposando prima di iniziare una nuova giornata di lavoro e nei suoi borsoni si porta dietro un ricambio e il pranzo da consumare tra un po' di ore...


A Central Park, nella via che porta al Bethesda Terrace, una band senegalese suona ritmi tribali... canti... balli... il battere dei bonghi  ti trapassa il cervello... Tutti sorridono... In pochi minuti si forma un capannello di gente tutto attorno e anche loro ballano sorridenti... L'atmosfera e' magica... C'e' una ragazza con le treccine che si dimena quasi fosse indemoniata e l'uomo piu' anziano con cappello e occhiali fa da trascinatore incitando la gente a partecipare al loro spettacolo... Nessuno riesce a passare di li' e' tirare dritto... inevitabile restare coinvolti in quel clima cosi' festoso...


Giovedi' sera. Mezzanotte circa. Times Square. Due donne  cercano di fermare un taxi (si... proprio come nei film) alzando il braccio... a quell'ora e' un'impresa assai piu' facile che nelle ore di punta e, dopo pochi secondi, salgono sul primo mezzo che si ferma davanti a loro e che Le riportera' molto probabilmente in qualche locale della citta'... forse uno dei tanti meravigliosi rooftop disseminati ormai un po' dappertutto... o forse a casa a dormire mentre la citta' che non dorme mai là fuori continua a brulicare di persone che di andare a nanna proprio non ne vogliono sapere... Hanno passato un bella serata... magari a Times Square ci sono solo di passaggio, o magari piu' semplicemente sono due turiste che in quei borsoni griffati si portano dietro souvenir e macchine fotografiche... ma il look ed il tacco a Times Square, seppur basso, non da' l'idea delle turiste in vacanza... Sembrano piu' due newyorkesi... 2 amiche? 2 colleghe? Sorelle? Cugine? Chissa'... Se ne vanno via dentro alla cabina del taxi parlando e ridendo tra loro mentre l'auto procede a passo d'uomo per via del traffico e dei lavori in corso che congestionano le strade in quel punto... ma del resto e' il centro del mondo... non si puo' attraversare di corsa il centro del mondo...


Ad Alphabet City, zona un tempo assai malfamata nell'East Village, il cui nome deriva dal fatto che li' le strade hanno delle lettere per nome invece dei classici numeri, un uomo vestito da poliziotto fa una pausa sedendosi su una ringhiera. Indossa lunghissimi trampoli e sta attivamente partecipando ad una festa di quartiere in cui si celebra l'intervento della polizia che ha ripulito il quartiere facendolo diventare una zona sicura. Una comunita' di portoricani, in una piccola piazzetta, partecipa a balli di gruppo, mentre una sorta di animatore su un palchetto, li incita e mostra loro i passi da eseguire. Tutti i residenti sono scesi per strada.. La via e' chiusa al traffico e diverse auto della polizia sono parcheggiate ai lati... inizialmente pensavamo infatti fosse successo qualcosa, anche forse un po' prevenuti date le voci sulla zona in questione...  invece poi, sentendo la musica ed il profumo di salsicce alla griglia, abbiamo capito che era solo una festa in cui la gente del posto (per lo piu' latinos) mostravano gratitudine alle forze dell'ordine per l'opera svolta... e quell'uomo, dall'alto dei suoi 2/3 mt di altezza, poliziotto per un giorno, contempla fiero la sua gente, forse un po' affaticato dalla performance...



 A Brooklyn, in Boerum Hill, una giovane coppia cammina spedita come fossero in ritardo... lei tiene in mano dei palloncini colorati... e' l'ora di pranzo e molto probabilmente la festa e' gia' iniziata e li stanno aspettando... Il quartiere e' molto tranquillo e il viale alberato straordinario... non stupisce che molte celebrities (per citarme qualcuna Ethan Hawke, Michelle Williams, Sarah Jessica Parker e suo marito Matthew Broderick, o ancora Nora Jones) abbiano scelto di vivere da queste parti... Qui la qualita' della vita dev'essere molto alta... e' un ottimo  posto  dove far cresere i propri figli, restando comunque a 15 minuti di metropolitana da Manhattan...


In Nolita (North Little Italy) un ragazzo barbuto sfreccia a tutta velocita' sul suo skate... passa col rosso... e schiva auto e bici... sulla spalla si porta dietro un grande borsone... e' mattina... intorno alle 9... di certo sta andando a lavoro e usa abitualmente lo skate come mezzo per gli spostamenti... Stamattina ha indossato t-shirt e pantaloni comodi, Nike ai piedi e sicurezza in se' stesso... Sembra voglia spaccare il mondo... Sara' uno dei tanti che tentano qui di fare carriera o più semplicemente di trovare il proprio posto nel mondo... Qui si lavora... si lavora tanto... ma le opportunita' sono infinite e, se sei bravo, ce la fai... La meritocrazia qui vale ancora... Di certo devi correre... lottare... sfrecciare... ma se hai un po' di fortuna, del talento, tempo da investire e ti impegni sodo, indipendentemente dall'eta' o dalla carriera che decidi di intraprendere, qui ce la puoi fare...



A Chinatown, su Hester Street, sotto il sole di mezzogiorno, riparate da un grosso ombrellone a strisce, 5 signore cinesi giocano beatamente a carte... noi siamo seduti ad un tavolo di fianco a loro e mangiamo i nostri ravioli cinesi arrosto... Strepitosi! Li abbiamo presi da asporto dal famoso "Prosperity Dumpling" e con pochi dollari porti via una sacchettata di ottimo cibo cinese. 
Qui non sembra piu' di essere a New York... Quasi te ne dimentichi... sembra di essere davvero in China. Cartelli solo pieni di ideogrammi incomprensibili, supermercati per cinesi e gestiti solo da loro, negozi, alberghi... tutto fa dimenticare di essere a Manhattan. Chinatown si sta espandendo negli anni a macchia d'olio... ha praticamente inglobato quasi tutta Little Italy, che ormai si è ridotta ad una via striminzita... La comunita' cinese che risiede qui pare sia composta da circa 100.000 persone ma si pensa siano molti di piu', visto l'alto numero di abusivi... 
ed e' sempre New York... la citta' dove sentirti a casa, indipendentemente dal tuo paese di origine... La citta' che accoglie tutti e che e' nata dall'unione di popoli diversi... dove ognuno puo' trovare il suo posto senza snaturalizzarsi...



 Sulla Broadway, all'altezza della 71th st., 2 ragazzi appoggiati ad un palo si abbracciano e si baciano innamorati, assolutamente noncuranti della gente e del mondo intorno a loro. Lei si aggiusta i capelli, lui le cinge la vita guardandola felice. Il loro e' un abbraccio immenso... Si abbracciano e abbracciano la citta' intera. Le emozioni qui le vivi con maggiore intensita'... e poco importa se magari si lasceranno... o magari metteranno su casa e avranno 3 figli... quello che conta e' il presente... Il vivere il momento a pieno... il tempo si ferma... i cuori che battono... New York è anche questo... amore... 




to be continued.........


martedì 3 novembre 2015

LA PRIMA VOLTA

No... non si tratta di un racconto sconcio ne' tantomeno romantico... anche se, devo ammetterlo, del romanticismo c'e'... eccome se c'e'...
Volevo solo rendere partecipi tutti dell'emozione che si prova la prima volta che si mette piede a NYC... Per me il battesimo e' stato nel 2013... 8 Agosto 2013. Io e Fra, dopo interminabili ore di volo, con annesso scalo a Madrid, siamo atterrati in suolo Americano verso le 18. Premetto che io sono una persona che si ingioia per ogni nonnulla  percio' Vi lascio immaginare il mio stato d'animo... Tanto per dare anche qualche indicazione pratica vorrei sprecare solo 2 parole sulle modalità dell'immigration... Allora... Non sto a perdere tempo su come compilare la Dichiarazione Doganale in aereo, ne' Vi spiego come fare l'Esta... ci sono siti in cui queste procedure sono spiegate nel dettaglio e molto meglio di come potrei farlo io... Voglio solo tranquillizzare tutti perche' non e' vero che ci vogliono ore ed ore per accedere negli Stati Uniti... Si, certo... il numero di persone che passa ai controlli doganali ogni ora e' altissimo e, a prima vista, vedere la fila che tocca fare spaventa un po'... in realta' pero' c'e' da dire che la coda viene smaltita abbastanza in fretta e a noi non e' mai capitato di metterci piu' di un'oretta... Soprattutto la prima volta ero talmente entusiasta che non mi sono neppure accorta del tempo che passava... allo sportello dell'immigration poi abbiamo sempre beccato poliziotti molto gentili e simpatici, e anche questo non guasta... 
Un consiglio che mi sento di dare VIVAMENTE a chi va x la prima volta a NYC e', se possibile, prediligere l'arrivo di sera... e prenotare (dall'Italia) le comodissime navette (noi abbiamo sempre usato GO Airlink) che dall'aeroporto ti portano direttamente all'ingresso dell'Hotel. Non costano molto (e comunque meno che prendere un taxi) e sono davvero soldi ben spesi! Dopo ore ed ore di viaggio a noi non andava l'idea di dover ancora prendere la metro, con le valigie al seguito, e di dover poi ancora cercare l'Albergo... poi ovviamente ognuno fa quel che preferisce ma, prendendo la navetta e, come vi dicevo, avendo la fortuna di arrivare di sera, capita di passare per il Queensboro Bridge (noi eravamo atterrati al JFK)... ecco... questo e' uno dei momenti che mi ricordero' per tutta la vita... Inizi a vedere da lontano lo skyline illuminato e ti sembra di essere dentro ad un sogno... quei palazzi... quelle luci... che piano piano si avvicinano e si fanno sempre piu' reali... non sembra possibile ma e' vero... sei li'... sei nella citta' che per tante volte hai visto in tv e sui giornali... e dal vivo e' infinitamente meglio di come te la potevi immaginare... Io son riuscita a stento a trattenere le lacrime... e' un impatto cosi' emozionante che è impossibile da dimenticare... e' una sensazione che ho ancora viva dentro me solo ricordandola... Come premesso io sono una persona emotiva e mi esalto per tantissime cose ma, son sicura, una tale visione non puo' lasciar indifferente nessuno... neanche il piu' cinico dei viaggiatori... Ho ben chiaro nella mente quanto quello scenario fosse affascinante e quanto mi abbia tramortito! 
Il cuore che va a mille... il groppo in gola... gli occhi lucidi... e il continuo pensiero "si... sta accadendo per davvero...siamo arrivati!!!"
Per Fra non era la prima volta a New York... lui era già "svezzato" ed il Suo battesimo era stato molti anni prima ed in modalita' del tutto diverse...
Ognuno lo vive a modo suo, ma il primo approccio con questa citta' e' un impatto forte, violento e, comunque, indimenticabile... Ti senti infinitamente piccolo e, allo stesso tempo, infinitamente grande... siamo stati altre volte a New York ma le volte successive gli arrivi sono stati diversi... e' stato piu' un "tornare a casa"... un sentirsi di nuovo nel posto giusto al momento giusto... un ritrovarsi... l'emozione resta ma e' meno destabilizzante... la prima volta e' proprio cosi'... ti toglie il fiato e non la si scorda... mai...
per questo motivo consiglio a tutti coloro che andranno a NYC per la prima volta di rilassarsi e godersi a pieno quel momento... e' da qui che tutto ha inizio... e' da qui che tutto ha avuto inizio per me... e' stato cosi'... un colpo di fulmine e l'inizio di una storia d'amore (a distanza) con la citta' che mi ha completamente fatto perdere la testa.




1995
20 anni fa, La prima volta 20 anni fa, e si sa, la prima volta non si scorda mai.
Le prime ore a New York per un europeo sono come i primi anni di vita per un bambino, devi imparare a prendere le misure, imparare a confrontarti e scoprire qualcosa che può sembrarti enorme ma in realtà è del tutto naturale.
New York è un nuovo inizio perché ti da l'opportunità di vivere una nuova infanzia.
Arrivi li, occhi e bocca spalancati, affamato.
1995, un ragazzino di 14 anni che incontra per la prima volta la sua realtà.
Sono arrivato al Kennedy in tarda mattinata, ad aspettarci un van per portarci in centro.
Si dice che la prima immagine che avrai della città sarà quella che ti porterai dietro tutta la vita.
Immagine nitida, indelebile.
Dopo una mezzora di viaggio, eccola.
La mia prima volta.
Dal finestrino del van, in lontananza Manhattan.
L'immagine è nitida e indelebile anche perché ho avuto la fortuna di fotografarla.
Le torri gemelle.
Enormi, avete presente un ragazzo del liceo che gioca a pallacanestro con dei primini delle medie ?
Ecco, il paragone può essere azzeccato.
Oltre a questa, altro ricordo.
Prima notte bene ma non benissimo sonno poco adrenalina tanta, saranno state si e no le 6 del mattino ed ero già in giro sulla Broadway.
La città ancora dormiva, pochissima gente in strada.
Ossimoro, New York - poca gente.
La luce che colpisce i palazzi di prima mattina e ti esplode negli occhi, azzura, rosa, pastello.
Silenzio - New York, altro ossimoro ma è quello che ricordo.
2 ricordi brevi.
2 ricordi che nessuno potrà mai portarmi via, per quello dobbiamo faticare sudare lavorare incazzarci piangere ridere picchiare disperarci emozionarci per creare quello che realmente è una ricchezza.
Un ricordo.





domenica 1 novembre 2015

PRESENTAZIONI

Ciao a tutti! Mi presento brevemente... Mi chiamo Rosaria (Rho' per parenti, amici, conoscenti e anche estranei), scrivo dalla Liguria e ho quasi 37 anni (da compiere tra un mesetto).
Amo viaggiare, mangiare, leggere, ascoltare musica, guardare film facendo da divano ai miei 2 gatti (Mimmo e Mya) mentre il mio fidanzato mi massaggia i polpaccetti. Adoro fare foto... mille foto... fotografare la gente, gli animale, i tramonti, i paesaggi... e tutto quello che attira la mia attenzione... fotografare in maniera compulsiva!
Mi diletto nel cucito (ho fatto un corso da modista per 3 anni) e amo, da brava bionda tinta, tutto cio' che ha a che fare con la moda e il fashion... motivo che spiega la mia bravura nello spendere spesso molto piu' di quel che dovrei... Sono una persona creativa, lunatica e, da brava Scorpioncina, testona e ostinata. Il motivo esatto della nascita di questo blog non e' molto chiaro... spero solo di riuscire a farmi conoscere e condividere con piu' persone possibili esperienze vissute, luoghi visitati, attività svolte di cui valga la pena parlare... il tutto per dare sfogo a quella vocina interiore che vuole sgranchirsi le gambe e farsi un giro per l'etere... 
Il nome del blog "Watch your step - Mind the gap" nasce dalla passione mia e del mio fidanzato per New York City... E' una frase che si sente spesso nella Big Apple e ci sembrava un omaggio carino alla citta' che ci ha rapito il cuore... e che sara' (son certa) il soggetto di numerosi post... 
...e ora passo il testimone... incominciare qualcosa e' sempre complicato percio' confido nel motto "PANTA REI"...Tutto scorre... che questo blog venga da se' e prenda vita senza troppi sforzi... 

Ciao! sono il massaggiatore di polpacci... ho 34 anni mi chiamo Francesco e investo le persone in maniera monotematica con un argomento che mi è caro da ormai 25 anni, la pallacanestro, sono infatti uno di quei pazzi con la sveglia alle 3 di notte per guardare le partite.
Fortunatamente per me, per voi per tutti non è la mia sola passione, cinefilo, musicofilo, viaggiatore per passione e per necessità.
Una partenza è sempre un nuovo inizio, come un foglio bianco, sono un grande appassionato sia di partenze che di fogli bianchi.
Mi piace scrivere e leggere ma si possono tranquillamente invertire i fattori.
La passione per quella città che si prende il tuo cuore e ne fa quel che vuole nasce nel lontano 1995 e in questa malattia ho trascinato con me la fidanzata, purtroppo e per fortuna.
That's all folks ! Stay tuned